Mi piace, a volte, andare da solo a concerti, mostre o performance artistiche. E’ come entrare in un mondo solamente mio e rimanerci per qualche ora. All’andata mi godo l’attesa e l’aspettativa e al ritorno amplifico il benessere o il piacere provato durante lo spettacolo o la presentazione a cui ho assistito.

Il 25 settembre sono andato “toccata a fuga” a Torino a vedere una mostra d’arte personale di Matteo Baracco. Ero molto entusiasta in quanto le sue opere, artistiche e grafiche mi piacciono molto e la mia curiosità era alle stelle. Cosa potrò vedere in “le Forme del Cambiamento”? Qui di seguito riporto la locandina dell’evento e le spiegazioni dell’artista. Subito dopo vi racconto come è andata.

“Ogni cosa, concreta o astratta, ha la capacità di lasciare un segno nel tempo.“

“Le forme del cambiamento” presenta una riflessione sulla vita che ci circonda, ponendo l’attenzione sui molteplici significati di alcune tematiche di natura sociale e politica. Il processo creativo inizia da una ricerca approfondita sul continuo cambiamento del nostro pianeta. Definendo alcuni degli elementi su cui è fondata la nostra società, è stata identificata una matrice rappresentativa per ogni tema indagato. Successivamente, colori e materiali si sono mescolati lasciando la loro traccia sulla tela, generando così una composizione di forme apparentemente astratte ed espressioniste.” (Matteo Baracco) http://matteo.baracco.net/

La mostra come avrete capito presenta più opere, questa volta mi soffermerò su una di quelle che mi piacciono di più e proverò a descrivervela così come mi è arrivata alla mente, al corpo, al cuore.

“Clima”

Un’esplosione di emozioni, contrastanti tra loro e mi trovo subito, tremendamente senza parole. L’artista mi spiega che quest’opera rappresenta i cambiamenti climatici e gentilmente mi mostra il materiale con il quale l’ha realizzata … foglie, terra, colori.

La prima impressione è quella di un’eruzione dove al posto della lava abbiamo fango e tutto intorno esplodono cenere e lapilli magistralmente interpretati da foglie, fiori e frammenti colorati, io ci vedo anche api.

Mantenendo lo sguardo sull’opera mi accorgo che l’insieme diventa una vera e propria danza dove l’iniziale scenario potente e distruttivo si modifica, si ammorbidisce e nonostante tutto la natura dimostra la sua capacità di resistere e di autorigenerarsi modificandosi per tornare a sprigionare la bellezza che la contraddistingue.

E’ passato qualche giorno e non ho ancora trovato le parole per descrivere l’emozione e la bellezza che emana quest’opera. Ad ogni sguardo cambia, prende forme e significati diversi, sempre autentici come l’unica verità che abbiamo: il cambiamento continuo.

Dal vivo l’opera sembra in movimento, merito forse dei materiali usati che la rendono a tutti gli effetti una vera e propria installazione. La mostra si intitola “Le Forme del Cambiamento” e le opere che la compongono ne incarnano straordinariamente il senso.

Per me in particolare “Clima” ha anche un significato terapeutico. Guardando il quadro ho subito notato tre cose:

  1. Cambiamenti climatici, inondazioni, piogge, quello che c’è così com’è in questo periodo storico
  2. Siamo tutti in questa danza tra il fango e i fiori che resistono e rinascono, è una costante per tutti gli esseri umani
  3. Accorgendoci di cosa c’è, di quale è il pericolo, possiamo chiederci di cosa abbiamo bisogno per rifiorire. Prima possiamo confortarci con i fiori sbocciati che resistono nonostante tutto e poi possiamo a tutti gli effetti agire, ognuno in parte, per modificare lo status

Ognuno di noi può essere uno dei fiori che tornano a sbocciare. In quest’opera ho trovato molta Mindful Self Compassion:

  • Una fortissima rappresentazione della realtà, una decisa presa di coscienza.
  • Un evidente e sublime senso di comune umanità, siamo tutti insieme e tutti proviamo questa emozione.
  • Il calore e i colori della guarigione che passano dal conforto all’azione potente per consentirci l’unica possibilità …

essere nel cambiamento

Grazie mille Matteo Baracco

“Clima” immagine dell’opera.

“Clima” particolari

http://matteo.baracco.net/

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