#trainingmerenda per ammorbidire le emozioni difficili

Le emozioni complicate, quelle che ci portano sensazioni spiacevoli e ci mettono di cattivo umore o in una situazione di tensione prolungata nel tempo sono dietro l’angolo.

In ambito lavorativo si parla spesso di “valutazione dei rischi”, di “gestione delle emergenze”, “piano di miglioramento della sicurezza e della salute”.
Sono terminologie legate ad ottime procedure che analizzano il contesto, la situazione, allo scopo di predisporre misure per prevenire o talvolta proteggersi da situazioni di danno, per evitare incidenti.

Uno schema velocissimo che ci spiega il processo attuabile dal lavoratore potrebbe essere il seguente, denominato STOP.

S= Stop, fermati, mettiti per un attimo in modalità pausa
T= Take a breath ovvero fai un bel respiro ampio e lento
O= Observe, osserva, analizza il qui e ora dell’attività in corso e valuta a cosa potresti andare incontro
P= Proceed, prendi i provvedimenti necessari per metterti in sicurezza e procedi con il lavoro

Quante volte, durante l’attività lavorativa, facciamo questo processo quando sorgono emozioni difficili per proteggersi dai danni che potrebbero causare?
Rabbia, paura, tristezza, vergogna …
Quanti rapporti di lavoro o di amicizia si complicano, modificano e a volte rovinano perchè non stiamo attenti a cosa sta succedendo?
Quali sono le misure di prevenzione e protezione che mettiamo in campo per noi in questi casi?

E’ fondamentale fare un’attenta analisi di cosa ci sta succedendo. Quando mi accorgo di un malessere, quando lo lascio emergere, lo posso anche curare.
Da questo punto di vista la Mindful Self Compassion è un ottima strategia.
Qui di seguito ti indico un semplice esercizio molto importante per iniziare questo cammino di prevenzione.

Volendo creare un’assonanza con le regole della sicurezza sul lavoro potremmo parlare di “Documento di valutazione delle emozioni difficili” … sto ovviamente scherzando, non serve un documento ad hoc, basta un semplice foglio di carta o se ne siamo sprovvisti in quel momento possiamo farlo anche a mente.

“Scrivi o nomina l’emozione” 
Tutte le volte in cui ti accorgi che è sopraggiunta un’emozione difficile (rabbia, paura, vergogna etc …) prova ad addolcirla nominandola, dandole la sua etichetta. 
Nel momento in cui diciamo ad esempio: “sto proprio provando rabbia”, “caspita che paura sta arrivando”, “ah che tristezza”, si dice che creiamo spazio intorno a quell’emozione. (Kristin Neff, Chris Germer).

Le ricerche (es. David Creswell 2007) hanno dimostrato che nel momento in cui riconosciamo le emozioni e diamo loro un nome, l’amigdala – la struttura del nostro cervello che registra il pericolo – si attiva di meno con la conseguente minor probabilità che si attivi una reazione di stress negativo nel nostro organismo.

E’ molto importante ricordarsi di dare il nome all’emozione in tono gentile, come se lo facessimo nei confronti di una persona a noi molto cara: “Oh come sono triste”, “vedo proprio chiaramente quanto sono spaventato” e simili.

Ricapitolando e adattando la procedura STOP:
S= Stop, fermati un attimo
T= Take a breath, fai un ampio e lento respiro
O= Observe, fai attenzione a cosa sta succedendo, quale emozione sorge, quali sensazioni stanno arrivando, prova a dare loro un nome
P= Proceed, procedi scrivendo in maniera gentile l’emozione che hai scoperto o dicendotela come lo diresti ad una persona molto cara 

Non importa se l’emozione ha già preso il sopravvento, se ci sentiamo già molto arrabbiati o impauriti o altro. Questo esercizio serve proprio per rendersi ben conto di cosa ci sta succedendo e per accettarlo, lasciando che si ammorbidisca gradualmente.

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